lunedì 15 marzo 2010

Domenica ecologica a Urzulei

Era da tanto che volevo approfondire la conoscenza del Flumineddu e dei suoi segreti, il “LA” è presto dato da un nostro socio, il Moi che ci ha instillato la curiosità di visitare il Flumineddu e dintorni per conoscere e scoprire ciò che di bello quel sottosuolo nasconde.
Preso da tanto entusiasmo, in riunione propongo una visita vicino al Flumineddu, più che di una visita si tratta di una giornata di scavi...in un inghiottitoio tutto da esplorare. Ma in riunione, oltre a festeggiare il compleanno di Vincenzo, non riusciamo ad andare oltre, ancora tutti devono decidere. Si arriva al sabato pomeriggio, ci sono quattro aspiranti talpe che si fanno avanti:Luca, Tonino, Stefano e il sottoscritto; penso che in 4 si possa lavorare, si fanno due turni…praticamente il minimo sindacale ma va bene, poi forse viene anche Marilina…saremo in 5! Ma un sms alle tre del mattino mi fa capire che Stefano festeggia e non sarà certo dei nostri. Decidiamo di partire lo stesso, siamo rimasti in 3…ite akkimus? Toddimus pisellu?!! Intanto andiamo a Dorgali dove ci aspetta Tonino…
decidiamo che la cosa migliore da fare è farsi un giro, andremo verso Sa Giuntura e poi verso il buco freddo e angusto vicino al Flumineddu. Partenza alle 9, sosta al nuovo bar a Silana,
si prosegue e arriviamo al parcheggio da dove, a 10 minuti si trova Pischina Urthaddala, le foto si sprecano, è bellissimo, scatto un mare di foto quasi a volermi portare un pezzo di quella Sardegna a casa, l’assenza di foschia rende il panorama su Sa Giuntura uno spettacolo.
Verso mezzogiorno decidiamo di spostarci e andiamo verso S’Edera, ci fermiamo a mangiare, oggi è la giornata del Katrekking, capocollo, panino, formaggi e vino, l’acqua era poca e abbiamo deciso di risparmiarla ai momenti di sforzo fisico!! Dopo esserci abbuffati, siamo andati a vedere una sorta di inghiottitoio in cui c’è da spalare del materiale, l’impressione di Luca e Tonino è buona, sembra di stare a Nurachi, anche l’ingresso è simile. Breve giro verso
Sa Rutta ‘e s’Edera... abbiamo visto solo l’ingresso però. Nel pomeriggio siamo tornati verso Dorgali, soddisfatti, diciamo che è stata la giornata delle anteprime…
Sa Giuntura (mancavo da questo posto dal 2001), e S’edera…dopo tanto parlare…è quasi giunta l’ora del fare a breve busseremo a quella porta!! Fare grotta, escursioni ed esplorazioni…è tempo di ricominciare!
Alla prossima
Prospero

domenica 7 marzo 2010

Ricomincia la stagione all’inghiottitoio di Nurachi

Riprendono finalmente i lavori all’inghiottitoio di Nurachi dopo una lunga sosta e le sorprese non si fanno attendere. Ma partiamo dal principio: Improvviso una puntata all’inghiottitoio per provare a rilevare le condotte visitate da Luciano lo scorso Settembre, quando avemmo la fortuna di riuscire ad aprire il passaggio verso il fiume che crediamo essere quello di San Giovanni su Anzu. La voglia di entrare è tantissima, sono passati quasi 6 mesi dall’ultima volta. Viene con me Giovanna dallo Specus di Cagliari e ci avviamo all’ingresso della grotta sabato mattina. Facciamo pochi metri e già mi accorgo che qualcosa è cambiato… la prima discesina è di oltre un metro più profonda, va bé penso, poco male. Qualche problemino per trovare gli appigli giusti ma si scende comunque.
Inizia il passamani delle 4 sacche che dovremo trasportarci fino all’inizio delle condotte. Mi accingo a superare la strettoia creata ed allargata per arrivare più agevolmente all’”antica” zona di scavi e i conti non tornano.. ci accorgiamo che la strettoia non esiste più, al suo posto un comodo passaggio in cui riusciamo a passare quasi in piedi.
Di bene in meglio, sembra anche troppo facile!! Giunti alla depressione che per lungo tempo ci ha visti lavorare contro quintali di fango .. nuova sorpresa!! Il fango è sparito, al suo posto la candida roccia.
Sembrerebbe quasi che la grotta dopo averci fatto tanto penare voglia farsi in qualche modo perdonare, e quale modo migliore se non quello di ripulirci e allargare i passaggi?? Sta di fatto che noi ringraziamo e proseguiamo per il nostro cammino. Giunti alla prima saletta il mio ottimismo va a farsi friggere: il passaggio verso una seconda sala è completamente ostruito da quel fango e da rocce che, con troppa euforia, mi ero convinto si fossero volatilizzati!
Proviamo a scavare un po’ ma dopo una mezzora veniamo a capo della situazione: di li non si passa! Ci guardiamo un po’ in giro e riusciamo ad intravedere uno strettissimo passaggio che porta in basso, sento un po’ d’aria e proviamo ad aprire accanendoci con una grossa roccia che ha avuto la sfortuna di trovare noi sul suo cammino. La frantumiamo, liberiamo il passaggio
e con stupore mi accorgo che siamo riusciti a bypassare l’ostruzione, addirittura velocizzando le manovre rispetto al vecchio percorso. Perfetto! Andiamo. Giunti a “Sala Parto” sistemiamo la corda e ci caliamo per lo stretto pertugio fino ad arrivare alla base delle condotte.
Ormai più niente ci può fermare! Indossiamo le mute e partiamo. Per Giovanna è la prima volta all’interno della zona “nuova” e subito è colpita dalla particolarità di questa grotta, soprattutto se si ripensa su cosa abbiamo sbattuto il muso per troppo tempo. Avanziamo filati, c’è un po’ d’acqua in più del solito ma non è un problema, aiuta a rendere più divertente l’avanzata. È però la giornata delle sorprese, che continuano ad arrivare una dietro l’altra: a metà strada il mio sorriso si spegne, le condotte sifonano!!!
Una mazzata per il nostro morale, speravamo non succedesse ed invece eccoci qua a decidere il da farsi visto che il nostro obbiettivo principale ormai è saltato. Facciamo qualche foto e torniamo indietro per terminare il rilievo di una diramazione di circa 100 metri. Ricordate che parlavo di sorprese? Mica son finite!!! Tiro fuori gli strumenti dal mio barattolo stagno: iniziamo con distanza 2metri, azimut 45, inclinazione……………… non lo sapremo mai! Almeno con quel clinometro visto che… è ROTTO!!! In quel momento immagino la grotta che sghignazza mentre noi mesti mesti raccogliamo i nostri attrezzi e facciamo dietrofront.
Ci vuol ben altro però per toglierci il buonumore, ci accorgiamo che la grotta ha un’ottima acustica e visto che non abbiamo fretta ci improvvisiamo cantanti e ci divertiamo così per un bel po’ a “rovinare” alcune canzoni più o meno famose. Passaggio d’obbligo alla tana del topo che stavolta però non incrociamo
e rientriamo alla base del pozzo in cui dovremo disfarci della muta e riprendere gli attrezzi da risalita, non prima però di aver goduto del tepore di un buon the caldo preparato in loco.
Usciamo dalla grotta abbastanza veloci e stranamente poco infangati, sarà, ma qui a Nurachi non ci siamo abituati a tanta pulizia. Che dire di quest’avventura: innanzi tutto, felici di aver finalmente messo di nuovo piede dentro questa bella grotta, delusi per non aver neanche iniziato i lavori che ci eravamo prefissati ma soddisfatti per esser riusciti comunque a realizzare un nuovo passaggio e per aver avuto l’opportunità di vedere la grotta in modo diverso aiutandoci a capirla un po’ meglio. Ovviamente l’appuntamento è solo rimandato, non tarderemo a ritentare per scoprire e documentare tutte le bellezze che questa grotta nasconde, decisi inoltre a realizzare il sogno: collegarla definitivamente al Sistema di San Giovanni Su Anzu e continuare ancora le scoperte a monte. Grazie a Gio per la compagnia, per le foto e per il ruolo da corista.
A presto, Gianfranco F.