lunedì 23 novembre 2009

Una bella scoperta tutta “ MADE IN CSAD

Forse la grotta di Su Guanu ( Oliena )vuole mollare le redini,
e farci vedere cosa nasconde dietro il sifone terminale.
Ma se avete un po’ di pazienza vi racconto i nuovi sviluppi,
correlati anche delle emozioni provate. Tutto è partito
quando la scorsa settimana, durante un’esercitazione di Soccorso,
ho visto che il lago situato alla base dei pozzi,
( spesso sifona, o perlomeno se libero è percorribile
solo con l’ausilio di un canotto ) con mio vero stupore
noto che quel giorno era completamente in secca.
Già negli anni scorsi avevo in programma di andare a vedere
quel sifone terminale, che tanti speleo , e speleo sub ha bloccato.
Ma quel lago, anche se corto, già un’ altra volta mi aveva impedito
quella stuzzicante immersione. Aspetto sino a mercoledì,
e le previsioni meteo mi confermano un fine settimana al bello.
Metto in moto il programma, ed inizio a fare una serie
di telefonate per cercare qualche speleo che possano
darmi una mano. Anche se i tempi di avviso sono abbastanza
corti, qualcuno del Gruppo la quale faccio parte,
mi promette di esserci, ma solo sabato mattina ( il giorno prima )
Gianfranco C. mi da la conferma sicura della sua presenza.
In pratica sono tre zaini di materiale subacqueo da portare
in fondo alla grotta, e come speleo dovremmo essere in due.
Essendo già da sabato in zona, decido di iniziare
ad avvicinarne uno sino al sifone. Mi carico lo zaino più
pesante e dopo una quarantina di minuti sono già arrivato al sifone.
Appendo lo zaino ad una clessidra per preservarlo dalla visita
vi qualche topino che vuole provarsi i dentini, controllo
dove attrezzare le corde per poter arrivare agevolmente
allo specchio dell’ acqua, che si trova più o meno a 6 metri
dal terrazzino, della sala finale. Mi siedo per prender fiato
prima di riuscire, ma una corrente d’aria che viene
dall’esterno mi incuriosisce….sarà un ricircolo? penso io,
ma siamo alla fine della grotta, e con un sifone che chiude
ogni via di fuga a quell’aria… i conti non mi tornano.
Faccio un controllo meticoloso di tutta la sala, con arrampicate
anche un po’ esposte, risalgo qualche camino, ma dell’aria nulla.
Più di mezzora in questa mia ricerca ossessiva di quale via
avesse scelto l’aria, e quando stavo per desistere,
e lasciar perdere la ricerca, una stretta fessura
che a prima vista di scarso interesse, di 50 cm di altezza,
ma di 10/12 cm di larghezza, mi incuriosisce.
A quel punto, come al solito facciamo tutti, per vedere oltre,
mi tolgo il casco con i led, e cerco di posizionarlo all’interno.
Infilo anche un po’ la testa, e cosa “odono le mie orecchie”….
una dolce melodia, che pur avendola sentita molte volte
non finisce mai di stupirmi. In lontananza uno scorrimento
d’acqua ma non il solito rigagnolo… tanta acqua.
Mi avvicino più volte per essere sicuro che l’udito non mi faccia
qualche brutto scherzo, ma c’è poco da fare, questo “senso”
e uno dei pochi che mi è rimasto sano. Esco dalla grotta e chiedo
informazioni a qualcuno che negli anni scorsi ha lavorato
tanto in quella grotta, e la risposta non lascia dubbi
per pianificare l’immersione del giorno seguente. Domenica mattina
oltre a Gianfranco altri 4 speleo sono disposti a dare una mano,
e sono: Marilina, Serena, Stefano, e Vincenzo con l’incarico
di documentare l’uscita con foto e filmati. Siamo all’ingresso
e con piacere rincontriamo gli amici del Gruppo Speleo di Oliena,
che impegnati in un loro corso, “gentilmente” come loro usanza,
ci lasciano oltre al transito prima di loro anche l’utilizzo
delle loro corde. Li ringraziamo e proseguiamo di buona lena
sino al sifone. Faccio vedere la fessura dove anche loro
riscontrano il movimento d’acqua che il lontananza si sente,
e inizio a prepararmi le attrezzature per l’ immersione.
Sapevo che il sifone e stato già esplorato negli anni scorsi,
( anzi se qualcuno è informato , mi piacerebbe sapere chi sia stato,
è in quali anni sono avvenute le esplorazioni ) le mie notizie
erano ferme ad un punto dove lo speleo sub, causa passaggi stretti,
non è riuscito ad andare avanti. Forte di questa notizia,
pianifico la mia immersione, utilizzando una tecnica per me inusuale,
mi pare sia denominata “all’inglese ”.
Mentre Gianfranco e Marilina armano per la discesa
sino al sifone, gli altri mi danno una mano per la vestizione,
ma da li a poco sono pronto. Ad essere sincero con le
bombole da 4 lt. appese alle cosce mi danno
un po’ di fastidio per i movimenti, oltre ad essere
anche un po’ impacciato. E’ arrivato il momento del classico
“ rito “ scaramantico/propiziatorio con le ragazze presenti,
per l’occasione i due fiorellini del Gruppo aggiungono
anche qualcosa di loro ( vi dirò che non mi e dispiaciuto affatto ),
poi si raggiunge il grosso masso che si trova quasi sullo
specchio d’acqua. I colpi ricevuti dalle bombole in quella giornata,
non li hanno presi in tutti gli anni che le sto utilizzando.
Da quel momento in poi le disposizioni sono abbastanza semplici,
Gianfranco resta a bordo sifone ad attendere la mia uscita,
Vincenzo e Stefano documentano, invece Marilina e Sere,
dovranno stare all’ingresso della condotta da dove si sente l’acqua,
ed ascoltare i miei richiami da l’altra parte, ovviamente
se riesco a passare il sifone. Saluto tutti e vado subito giù.
Con la nuova configurazione delle bombole, anche in acqua,
non mi ci trovo, ma ormai ci sono e devo andare avanti.
La visibilità e buona, e a meno 4 mt trovo una vecchia
sagola ancora ben attaccata alla parete, attorno ai 10 mt
vedo un passaggio abbastanza largo, ma lascio solo
un elastico per ricordarmelo al rientro se la visibilità fosse minore.
A 15 mt decido di cambiare direzione e puntare tutto a EST ,
praticamente la direzione della condotta dove si sente l’acqua.
Una sala abbastanza grossa con una paio di diaclasi
parallele tutte in salita, che sono una bruta copia di
quelle che ci sono all’esterno prima di arrivare alla sala del sifone.
Controllo il computer e sono ad una quota – 13 mt
e 40 mt di sagola, provo l’unica risalita abbastanza larga,
80 cm di larghezza ma la conformazione della diaclasi con
una leggera pancia che mi impedisce di vedere in alto.
Attacco per bene la sagola guida, e provo a salire.
Noto con dispiacere che già alla partenza, l’acqua dietro di me
si fa sempre più torbida, ma sopra ancora chiara.
Supero la pancia, e vedo che la diaclasi sale sempre,
ma stringe sempre di più. Ho fatto appena 5 mt,
e una prima avvisaglia di allarme è il marsupio, con i sassi
per zavorra montato all’altezza della pancia, si incastra
tra le due pareti, salgo ancora un metro spingendo
leggermente con le braccia, ma subito dopo anche il casco si blocca,
obbiettivamente quando non riuscivo ne a salire
ne a scendere si sono accese tutte le spie d’allarme
posizionate nel mio cervello. Faccio in tempo giusto giusto
di vedere che la diaclasi di 30 cm di larghezza ma molto
lunga prosegue in altezza, ma se il casco non passa forse
è meglio cercare di riportare la pellaccia a casa.
Ultimo controllo al computer e vedo che mi trovo solo
a 6 mt dalla superficie, e dal momento che il suono
si propaga anche in acqua, mi sposto la muta dalle orecchie
per cercare di sentire il fragore dell’acqua che si sente
nella condotta, purtroppo non sono riuscito a sentire nulla.
Quello che sembrava abbastanza facile in salita,
in discesa non lo è stato per niente, infatti ho dovuto
faticare non poco con il marsupio, e le bombole che
sbattevano nelle pareti, oltre alla sagola guida,
non riuscendo a recuperarla, e alla fine lo ritrovata
ingarbugliata tra le bombole e le gambe. Rientro lentamente
con l’acqua che nel frattempo e diventata “caffelatte”,
seguo la sagola e ritrovo l’elastico lasciato in precedenza,
e visto che avevo ancora un po’ di autonomia nelle bombole
vado a controllare il punto dove si notava un passaggio.
A 10/12 mt di distanza trovo un altro ambiente che
chiude anch’esso inesorabilmente. Riemergo all’esterno
e informo il resto del gruppo che purtroppo non sono riuscito
a superare il sifone, ma subito dopo scopro con grande
piacere che il punto da me esplorato era perfetto,
infatti tutto il mio “tribolare” con le bombole e il resto
dei materiali, sono stati seguiti in diretta sia da Marilina
che da Serena che erano all’ascolto all’ingresso della nuova condotta.
Felici, stanchi, lentamente usciamo dalla grotta e quasi
all’ingresso arrivano anche i rinforzi da parte dei ragazzi
del Gruppo di Oliena, accogliendoci al parcheggio,
con dei falò e qualche bicchierata di buon vino Olianese,
li ringraziamo tutti quanti di cuore.

PROSPETTIVE ESPLORATIVE.
Al sifone vista la capacità non molto grossa del mio
bi-bombola da 4 lt, non ho avuto modo di controllarlo
bene tutte le parti alla dx della galleria, ma il fango
depositato ovunque non mi hanno fatto presagire
un grande sviluppo, al contrario la parte sx, l’ho ritenuta
meno fangosa e alla base della diaclasi che ho risalito,
vi era anche del sabbione ben lavato.
Invece alla nuova condotta esterna, con il fragore
dell’acqua e l’aria che vi circolava, li sicuramente
sarà opportuno dedicargli del tempo, ma con mezzi
ADEGUATI E CONVINCENTI, e non credo ci voglia molto
tempo per aprirla. Ora non so chi abbia voglia di dedicarsi
alla disostruzione, mando un messaggio sia al mio
Gruppo di Dorgali, ma anche a quelli di Oliena, o gli altri speleo
che tanto anno lavorato in quella grotta.
Sappiamo da dove dovrebbe arrivare quell’acqua,
ma la posizione strategica della grotta fa incuriosire chiunque,
delle direzioni sotterranee che essa prende.

RINGRAZIAMENTI.
A tutti quelli del mio gruppo, nessuno escluso,
che hanno risposto subito alla mia chiamata,
anche se in un lasso ti tempo cosi breve. Ma un plauso
particolare alle ragazze che si sono trasportate ognuna
il loro pesante zaino senza mai sentire un mezzo lamento.
Spero che le fatiche e l’ora tarda dell’uscita non li abbia provati tanto.
I ragazzi di Oliena per la bella accoglienza manifestata,
sia all’ingresso che all’uscita.
Un caro saluto a tutti

Marcello M.

6 commenti:

  1. Che dire...un bravo incondizionato a tutti per questa bella uscita, complimenti al Moi per il suo resoconto lungo, interessante e... intrigante (vorrei sapere qual'è quel qualcosa di loro che Mari e Serena hanno aggiunto...)... per il futuro spero di esserci e di poter dare una mano concreta.
    Saluti Gianluca

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  2. complimenti a tutti ed in particolare a marcello che si dimostra sempre un grande speleosub!!bravissimi tutti, davvero!!!continuate così!!
    Eleonora (GSAS)

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  3. bellissimo resoconto della giornata,inutile dire che l'esperienza è stata grande.grazie marcello e agli altri per la bell'uscita.
    serena

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  4. Bella Marcè! Minchia sei l'unico speleosub che usa le bombole alle caviglie!!:-))))
    Un abbraccio e complimenti a tutti per il lavoro svolto.

    http://speleosub-alghero.blogspot.com/

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  5. Ottimi come sempre ;-)

    Bravi!

    Carlo(specus)

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