lunedì 14 dicembre 2009

ABISSO BUENO FONTENO, unico,incredible, indimenticabile




Siamo rientrati da pochi giorni in Sardegna, ma per questa
esperienza in terra Lombarda, le parole più adatte sono solo 3:
UNICA, INCREDIBILE ed INDINENTICABILE.
Che noi Sardi fossimo noti per l’ accoglienza ai forestieri era ben noto,
ma quello che ci ha riservato la Comunità di Fonteno, è stato quasi
da paragonare all’ arrivo di VIP del mondo del cinema, e per noi
poveri speleo, che siamo abituati a fare i “muli”, spalare fango
e mangiare panini imbottiti , ci è sembrato veramente tanto.
Al nostro arrivo a Fonteno (BG) dopo le presentazioni con tutti
i ragazzi coinvolti nel Progetto Sebino, la prima cosa che notiamo
è il tipo di organizzazione logistica.
Per noi “forestieri” alloggio in villa con veduta spettacolare
sul lago di Iseo, un intero stabile della Protezione Civile come
campo base, completo di letti, cucine, bagni, con ogni comfort,
oltre ai mezzi per l’avvicinamento in grotta per tutti
i componenti dell’esplorazione. Altra cosa importante per chi doveva


entrare in grotta, era anche il coinvolgimento preventivo del Soccorso Speleologico,
buona iniziativa per quello che ancora doveva avvenire in quell’uscita.
Entrano le prime squadre verso la mezzanotte, e iniziano ad avvicinare
i pesanti zaini dei materiali subacquei sino al fondo della grotta.
Dopo una svegliata alle 5 del mattino tocca a noi e al resto della squadra,
con Max Pozzo che fa da apripista e da “Cicerone”.
La prima cosa che noto sin dalle prime verticali, sono i lunghi traversi
per poter spostare gli armi di partenza dall’arrivo di eventuali piene.
La grotta si presenta con tutta la sua imponenza e bellezza,
da altissimi meandri, delle lunghe forre con marmitte non molto profonde,
e spesso con l’arrivo di belle cascate d’acqua. Dopo svariate ore
di percorrenza all’ arrivo al sifone, purtroppo, noto con dispiacere che,
causa le piogge dei giorni prima, ed il passaggio di tutti gli speleo,
il Lago Smeraldo dove affluiscono due arrivi d’acqua, è diventato
un lago di fango. Altre volte mi è capitato fare immersioni simili,
ma di solito la visibilità ZERO l’ho sempre trovata al rientro da un’ immersione,
e sicuramente non all’andata e non in quelle condizioni.
In quei frangenti sentivo gli sguardi di tutti su di me, qualcuno accenna
alla sicurezza e dei rischi che potevo avere, ma pur consapevoli
di quella situazione anomala, decidiamo di dare un’oretta di tempo e far
defluire un po’ di fango, per poi provare a fare una prima
immersione alla CIECA. Si smontano gli zaini e tutti partecipano
all’assemblaggio delle attrezzature. Chi prepara le torce sul casco,
chi monta le bombole, altri mi danno una mano alla “vestizione”.
Dopo un po’sono pronto con tutte le attrezzature addosso e arriva
il momento del fatidico “RITO” scaramantico / propiziatorio.



Per questa immersione sono 3 le donne che devono “sacrificarsi”,
Monica, Carla, e Laura, io, anche se stanco, mi devo adeguare
e seguo passo passo i nuovi metodi descritti nell’ ultimo manuale
di speleosubacquea. Dopo quei dolci momenti, l’acqua fredda del lago,
ma purtroppo sempre torbida, mi fa tornare alla realtà. I ragazzi che stanno
esplorando la grotta mi danno indicazioni dove immergermi
e cercare a “tatto” di trovare il passaggio. Provo più volte ma finisco
sempre in ambienti fangosi, chiusi e spesso molto stretti
( la dove il casco non passava più mi dovevo fermare per forza ).
Mi dispiaceva per quei ragazzi che tanto avevano fatto per organizzare
quell’esplorazione, ma il freddo mi stava bloccando sempre più.
Decido di testa mia di cambiare direzione, e provo a sondare
un altro punto. Sono fortunato e mi accorgo subito di aver trovato
una galleria più larga, e la percorro a tentoni tenendomi a sx sino
a trovare lungo la via, anche 2 ambienti con delle bolle d’aria,
ma poi stringevano inesorabilmente. Era la prima volta che in
quella immersione trovavo un passaggio abbastanza largo,
ma decido di uscire ed avvisare tutto il Gruppo. Mi prendo una sosta
a bordo sifone per scaldarmi e recuperare un po’ di forze, decido
di fare un’ultima prova nell’unico punto verso dx dove le mani
con le braccia aperte non toccavano roccia.
E il punto giusto era proprio quello, la sagola svolge sempre più,
ma la prova del 9 l’ho avuta quando nell’avanzare lungo il sifone
nel fondo non sentivo più il fango, ma dei ciottoli di sabbione lavati
dallo scorrere dell’acqua. Finalmente si va, penso io,
avvicino i manometri al vetro della maschera e controllo la
mia riserva d’aria, e purtroppo vedo che i requisiti minimi di sicurezza
per il rientro da quella immersione stavano per venire a mancare.
Forse sarei riuscito anche ad uscire dall’altra parte
( se il sifone non era molto lungo ) ma dopo 51 minuti di continue prove,
l’aria per rientro purtroppo non c’era.
Informo la truppa dei nuovi sviluppi e prepariamo gli zaini per il rientro.
Si fanno le squadre ed io capito nei primi 6/7 speleo ad uscire,



invece i miei colleghi sardi, Vittorio e Carla, sono tra gli ultimi.
La lunga forra che porta alle prime verticali è abbastanza tranquilla
e spedita, ma ad un certo punto notavo che c’era qualcosa che
non mi tornava. Infatti, i passaggi che all’andata avevo fatto in
contrapposizione per cercare di non bagnarmi, stavano lentamente cambiando.
Il frastuono sempre maggiore che si sentiva dall’ alto del pozzo che
porta ai rami fossili, lasciava pochi dubbi… ARRIVA LA PIENA .
I primi a salire la prendiamo in pieno, decine di nuovi arrivi
si aggiungono al ramo principale che diventa sempre più grosso.
E un continuo susseguirsi di prove di forza con la natura,
dalle lunghe verticali dove l’ acqua si infilava nella schiena, ed in qualche
uscita dai pozzi si lottava per non farsi trascinare giù da quella potenza liquida.
Ero sicuro che la conformazione, e soprattutto la posizione di tutti in quella
grotta non vi erano pericoli di innalzamento dei livelli,
ed ogni tanto per sdrammatizzare, ci si scherzava un po’.
Per farla breve, i primi usciamo all’esterno che pioveva a dirotto intorno
alle 2 del mattino, mentre gli ultimi speleo decidendo di fare tappa
per riposarsi e far defluire l’acqua, escono alle 8 del mattino.



Viste le condizioni meteo, e questo lungo ritardo, purtroppo, ha fatto si
che la macchina dei soccorsi si mettesse in moto.
Anche se non e stato necessario il loro intervento ho visto con piacere
che sono giunti al paese abbastanza velocemente.
Accuditi come bambini da parte della Protezione Civile, con bevande calde
ed indumenti asciutti. pian piano rientriamo tutti al campo base.
Prima della festa che si e svolta in un Agriturismo nei pressi della grotta,
abbiamo dovuto sottostare alle interviste dei giornalisti e delle varie TV locali.
Sino dal primo giorno abbiamo avuto un’accoglienza straordinaria da parte di tutti,



chi ci dava dei prodotti locali, altri materiali da grotta, chi attrezzature
per subacquea, ma quello che mi a fatto quasi commuovere
è stato quando con Vitto e Carla abbiamo ricevuto da parte
del Sindaco in persona, il gagliardetto del Comune di Fonteno.
Questa avventura mi è servita per conoscere una Comunità che ha
creduto in quel progetto, e sicuramente li sta ripagando con l’arrivo
di tanta gente che vuole godersi il fascino di quei territori,ma soprattutto ho avuto modo di conoscere tanti speleo con capacità e forza non indifferenti.
Un caro saluto ed un ringraziamento di cuore a tutti i coinvolti
nel PROGETTO SEBINO,
e con l’occasione, un augurio di Buone Feste a tutti
Marcello Moi

lunedì 7 dicembre 2009

Lovettecannas? Maittamindimpottada!


Questo è il motto che ci ha accompagnati domenica 6 dicembre
durante la nostra escursione alla grotta di Lovettecannas.
Partecipanti: il sottoscritto (Gianfranco F), Giovanna dallo Specus,
poi Stefano, Luca e Prospero.
Partiamo verso l’Ogliastra per fare un giro in questa bella grotta
che già feci un paio d’anni fa e di cui conservo un bel ricordo.
A dire la verità i miei ricordi come al solito sono
sempre offuscati, infatti alle innumerevoli domande che
mi vengono poste non riesco a dare risposte esaustive…
insomma.. che mi posso ricordare dopo 2 anni?
Addirittura Prospero mi chiede se dentro si scivola……….
Preferisco non rispondere.


Comunque sia partiamo lungo l’Orientale sarda,
dopodiché deviamo su una strada sterrata che ci porterà alla grotta…
più o meno..
Dopo pochi chilometri arrivano le prime deviazioni e
con esse i primi dubbi.. mi vedo costretto a chiedere rinforzi
e per fortuna via telefono rintraccio il caro Mauro Contu
che mi da qualche dritta per proseguire. Altri pochi chilometri…
altro bivio e… boh…? Che si fa? Decido di andare
a piedi con Prospero alla ricerca della soluzione.
Trovo alcuni cacciatori che in realtà non sono molto d’aiuto
e mentre torniamo indietro vediamo venirci incontro un fuoristrada
con all’interno alcune persone che salutano tutte felici…
metto a fuoco e riconosco i nostri compagni che
nel frattempo hanno avuto più fortuna di noi beccando
la persona giusta al momento giusto. Giampietro Carta di Baunei
è il nostro angelo custode. Lui sa dov’è la grotta
e ci accompagna fino all’imboccatura, meglio di così!!
Il nostro nuovo amico gestisce poco distante un ovile
trasformato in rifugio… anzi riffugio per chi come noi


ama trascorrere i weekend tra i monti, ci ripromettiamo di
passare a bere un bicchierino di vino al rientro.
Ci prepariamo per l’ingresso, per fortuna velocemente.
La grotta di Lovettecannas è un inghiottitoio che
scende per un dislivello di -273mt e tutto questo senza
l’ausilio degli attrezzi.. una pacchia insomma.
Inizio le danze e tutti gli altri dopo di me, Gio, Stefano,
Prospero e Luca che già dai primi metri di grotta
si scatena con la macchina fotografica.


Stretti passaggi si susseguono intervallati da belle sale che via via
discendendo si fanno sempre più grandi e belle con
tantissime concrezioni. Arriviamo così al punto
che ci ha fatto … penare un po’.
Una serie di 3 cunicoli…bagnati. Sorgono i primi dubbi
e le domande.. ma dobbiamo per forza bagnarci?
Perché? Proprio oggi? Non c’è un bypass? Ok,
siamo in 5, perfetto per una votazione in cui la maggioranza
deciderà se fermarci o proseguire. Alla fine si decide
di proseguire e sono il primo a passare. Cerco in tutti i modi
di non bagnarmi ma l’impresa è assai ardua,
dopotutto non sono certo un piccoletto.
Mi arrendo all’evidenza e con un bel maittamindimpottada
striscio lungo il cunicolo e le sue vasche d’acqua.
Ne esco e tutto inzuppato mi diverto a vedere gli altri
che si inventano di tutto pur di bagnarsi il meno possibile.
Mi diverte sopratutto vedere Stefano che supera
questa prova nuova per lui, con un grande entusiasmo.
Ormai è da un bel po’ che lo osservo e ha un sorriso perennemente
stampato in faccia, mi sa che questo qui non ci molla più…


glielo dico… lui conferma divertito!
Ora che siamo bagnati la parola d’ordine è muoversi…
quindi ricominciamo a camminare di buona lena e son contento
nel constatare che i miei compagni d’avventura sono rapiti
dalla bellezza di questa grotta. Durante il passaggio di una bella sala,
sentiamo lo scorrere dell’acqua e decidiamo di andare
a dare un’occhiata. Un bel fiumiciattolo con una piccola
e graziosa cascatella ci ruba un po’ di tempo per le


numerose foto di Giovanna e Luca. Pochi minuti dopo
ci spostiamo all’asciutto e li consumiamo il nostro pranzo
liofilizzato(??).. ovvero salsicce, formaggio e moddizzosu a volontà….
Siamo a -150 mt di dislivello dall’ingresso, si sta facendo tardi
e di comune accordo riprendiamo la via dell’uscita.
La grotta ai nostri occhi è sempre bella, ricchissima
di forme bizzarre che cominciano a farci fantasticare
sulle varie pietanze che ognuno di noi sogna all’uscita dalla grotta.
Arriviamo ai fatidici cunicoli bagnati e ovviamente
se intendiamo uscire… bisogna oltrepassarli.
È il momento del nostro maittamindimpottada e decisi
affrontiamo il gelido ostacolo. Presto siamo fuori dalla grotta,


il tempo di fare un bel fuoco per cambiarci e inizia
il trekking di ritorno al buio verso le macchine.
Siamo a 1000 metri slm, fa freddo… veloce bicchierino di vino
offerto da Luca e ci incamminiamo verso l’ovile di Gianpietro.
Ci accoglie calorosamente e ci fa visitare la tenuta, dopo di che
ci offre un bicchiere di vino.. anzi.. un assaggio di pane.
Ok confesso.. ci trattiene a cena e noi non rifiutiamo l’invito.
Con noi ci sono anche alcuni “colleghi” del CSC e del GGN
e con loro iniziamo a chiacchierare tra una fetta di prosciutto
e di salame per finire con delle ottime fave cucinate


sapientemente dal padrone di casa. È tempo di saluti ormai,
purtroppo la giornata volge al termine e dobbiamo rientrare.
Durante il viaggio di ritorno parliamo di quel che è stato,
Stefano è al settimo cielo, in pochissimo tempo ha vissuto
con noi bellissime avventure e son certo che
questa non sarà di certo l’ultima.
Ringrazio i miei compagni di avventura che hanno accolto
entusiasti la mia proposta di andare a Lovettecannas
e ovviamente il nostro amico che ci ha ristorato
con la gentilezza che è tipica della gente di questi monti.


Alla prossima avventura


Gianfranco Fancello

venerdì 4 dicembre 2009

Marcello alla conquista del Lago d'Iseo


Un in bocca al lupo da tutto il CSAD al nostro Marcello Moi
che sabato sera prende la nave per far parte,
da protagonista, del progetto "Sebino",
organizzato da ben 4 gruppi speleo lombardi.

Si tratta di esplorare un sifone ancora vergine
a – 475 m nella grotta Bueno Fonteno nel Lago D’Iseo.

La grotta ha un’estensione di 17 km e vista l’importanza
è stata messa in moto un’imponente organizzazione
con la presenza della Protezione Civile
e del Soccorso Alpino, non che l'allestimento
di un campo interno avanzato.

Marcello non sarà l’unico sardo presente, ha chiamato,
per fargli da spalla, i temerari Vittorio Crobu e Carla Corongiu
e con Francesco Sauro. L’esplorazione avrà inizio
lunedì mattina ed andrà a oltranza per le successive 24 ore,
dopodiché si accenderanno i riflettori all’uscita
con tanto di televisione e autorità amministrative
per un rinfresco finale e fare il punto sulla situazione.


Marcello, non hai confini, la tua grande passione
sta andando oltre le nostre coste,
grazie per tutto e perché stai tenendo alta
la bandiera della speleologia sarda.


Luciano e i tuoi Soci.

lunedì 23 novembre 2009

Una bella scoperta tutta “ MADE IN CSAD

Forse la grotta di Su Guanu ( Oliena )vuole mollare le redini,
e farci vedere cosa nasconde dietro il sifone terminale.
Ma se avete un po’ di pazienza vi racconto i nuovi sviluppi,
correlati anche delle emozioni provate. Tutto è partito
quando la scorsa settimana, durante un’esercitazione di Soccorso,
ho visto che il lago situato alla base dei pozzi,
( spesso sifona, o perlomeno se libero è percorribile
solo con l’ausilio di un canotto ) con mio vero stupore
noto che quel giorno era completamente in secca.
Già negli anni scorsi avevo in programma di andare a vedere
quel sifone terminale, che tanti speleo , e speleo sub ha bloccato.
Ma quel lago, anche se corto, già un’ altra volta mi aveva impedito
quella stuzzicante immersione. Aspetto sino a mercoledì,
e le previsioni meteo mi confermano un fine settimana al bello.
Metto in moto il programma, ed inizio a fare una serie
di telefonate per cercare qualche speleo che possano
darmi una mano. Anche se i tempi di avviso sono abbastanza
corti, qualcuno del Gruppo la quale faccio parte,
mi promette di esserci, ma solo sabato mattina ( il giorno prima )
Gianfranco C. mi da la conferma sicura della sua presenza.
In pratica sono tre zaini di materiale subacqueo da portare
in fondo alla grotta, e come speleo dovremmo essere in due.
Essendo già da sabato in zona, decido di iniziare
ad avvicinarne uno sino al sifone. Mi carico lo zaino più
pesante e dopo una quarantina di minuti sono già arrivato al sifone.
Appendo lo zaino ad una clessidra per preservarlo dalla visita
vi qualche topino che vuole provarsi i dentini, controllo
dove attrezzare le corde per poter arrivare agevolmente
allo specchio dell’ acqua, che si trova più o meno a 6 metri
dal terrazzino, della sala finale. Mi siedo per prender fiato
prima di riuscire, ma una corrente d’aria che viene
dall’esterno mi incuriosisce….sarà un ricircolo? penso io,
ma siamo alla fine della grotta, e con un sifone che chiude
ogni via di fuga a quell’aria… i conti non mi tornano.
Faccio un controllo meticoloso di tutta la sala, con arrampicate
anche un po’ esposte, risalgo qualche camino, ma dell’aria nulla.
Più di mezzora in questa mia ricerca ossessiva di quale via
avesse scelto l’aria, e quando stavo per desistere,
e lasciar perdere la ricerca, una stretta fessura
che a prima vista di scarso interesse, di 50 cm di altezza,
ma di 10/12 cm di larghezza, mi incuriosisce.
A quel punto, come al solito facciamo tutti, per vedere oltre,
mi tolgo il casco con i led, e cerco di posizionarlo all’interno.
Infilo anche un po’ la testa, e cosa “odono le mie orecchie”….
una dolce melodia, che pur avendola sentita molte volte
non finisce mai di stupirmi. In lontananza uno scorrimento
d’acqua ma non il solito rigagnolo… tanta acqua.
Mi avvicino più volte per essere sicuro che l’udito non mi faccia
qualche brutto scherzo, ma c’è poco da fare, questo “senso”
e uno dei pochi che mi è rimasto sano. Esco dalla grotta e chiedo
informazioni a qualcuno che negli anni scorsi ha lavorato
tanto in quella grotta, e la risposta non lascia dubbi
per pianificare l’immersione del giorno seguente. Domenica mattina
oltre a Gianfranco altri 4 speleo sono disposti a dare una mano,
e sono: Marilina, Serena, Stefano, e Vincenzo con l’incarico
di documentare l’uscita con foto e filmati. Siamo all’ingresso
e con piacere rincontriamo gli amici del Gruppo Speleo di Oliena,
che impegnati in un loro corso, “gentilmente” come loro usanza,
ci lasciano oltre al transito prima di loro anche l’utilizzo
delle loro corde. Li ringraziamo e proseguiamo di buona lena
sino al sifone. Faccio vedere la fessura dove anche loro
riscontrano il movimento d’acqua che il lontananza si sente,
e inizio a prepararmi le attrezzature per l’ immersione.
Sapevo che il sifone e stato già esplorato negli anni scorsi,
( anzi se qualcuno è informato , mi piacerebbe sapere chi sia stato,
è in quali anni sono avvenute le esplorazioni ) le mie notizie
erano ferme ad un punto dove lo speleo sub, causa passaggi stretti,
non è riuscito ad andare avanti. Forte di questa notizia,
pianifico la mia immersione, utilizzando una tecnica per me inusuale,
mi pare sia denominata “all’inglese ”.
Mentre Gianfranco e Marilina armano per la discesa
sino al sifone, gli altri mi danno una mano per la vestizione,
ma da li a poco sono pronto. Ad essere sincero con le
bombole da 4 lt. appese alle cosce mi danno
un po’ di fastidio per i movimenti, oltre ad essere
anche un po’ impacciato. E’ arrivato il momento del classico
“ rito “ scaramantico/propiziatorio con le ragazze presenti,
per l’occasione i due fiorellini del Gruppo aggiungono
anche qualcosa di loro ( vi dirò che non mi e dispiaciuto affatto ),
poi si raggiunge il grosso masso che si trova quasi sullo
specchio d’acqua. I colpi ricevuti dalle bombole in quella giornata,
non li hanno presi in tutti gli anni che le sto utilizzando.
Da quel momento in poi le disposizioni sono abbastanza semplici,
Gianfranco resta a bordo sifone ad attendere la mia uscita,
Vincenzo e Stefano documentano, invece Marilina e Sere,
dovranno stare all’ingresso della condotta da dove si sente l’acqua,
ed ascoltare i miei richiami da l’altra parte, ovviamente
se riesco a passare il sifone. Saluto tutti e vado subito giù.
Con la nuova configurazione delle bombole, anche in acqua,
non mi ci trovo, ma ormai ci sono e devo andare avanti.
La visibilità e buona, e a meno 4 mt trovo una vecchia
sagola ancora ben attaccata alla parete, attorno ai 10 mt
vedo un passaggio abbastanza largo, ma lascio solo
un elastico per ricordarmelo al rientro se la visibilità fosse minore.
A 15 mt decido di cambiare direzione e puntare tutto a EST ,
praticamente la direzione della condotta dove si sente l’acqua.
Una sala abbastanza grossa con una paio di diaclasi
parallele tutte in salita, che sono una bruta copia di
quelle che ci sono all’esterno prima di arrivare alla sala del sifone.
Controllo il computer e sono ad una quota – 13 mt
e 40 mt di sagola, provo l’unica risalita abbastanza larga,
80 cm di larghezza ma la conformazione della diaclasi con
una leggera pancia che mi impedisce di vedere in alto.
Attacco per bene la sagola guida, e provo a salire.
Noto con dispiacere che già alla partenza, l’acqua dietro di me
si fa sempre più torbida, ma sopra ancora chiara.
Supero la pancia, e vedo che la diaclasi sale sempre,
ma stringe sempre di più. Ho fatto appena 5 mt,
e una prima avvisaglia di allarme è il marsupio, con i sassi
per zavorra montato all’altezza della pancia, si incastra
tra le due pareti, salgo ancora un metro spingendo
leggermente con le braccia, ma subito dopo anche il casco si blocca,
obbiettivamente quando non riuscivo ne a salire
ne a scendere si sono accese tutte le spie d’allarme
posizionate nel mio cervello. Faccio in tempo giusto giusto
di vedere che la diaclasi di 30 cm di larghezza ma molto
lunga prosegue in altezza, ma se il casco non passa forse
è meglio cercare di riportare la pellaccia a casa.
Ultimo controllo al computer e vedo che mi trovo solo
a 6 mt dalla superficie, e dal momento che il suono
si propaga anche in acqua, mi sposto la muta dalle orecchie
per cercare di sentire il fragore dell’acqua che si sente
nella condotta, purtroppo non sono riuscito a sentire nulla.
Quello che sembrava abbastanza facile in salita,
in discesa non lo è stato per niente, infatti ho dovuto
faticare non poco con il marsupio, e le bombole che
sbattevano nelle pareti, oltre alla sagola guida,
non riuscendo a recuperarla, e alla fine lo ritrovata
ingarbugliata tra le bombole e le gambe. Rientro lentamente
con l’acqua che nel frattempo e diventata “caffelatte”,
seguo la sagola e ritrovo l’elastico lasciato in precedenza,
e visto che avevo ancora un po’ di autonomia nelle bombole
vado a controllare il punto dove si notava un passaggio.
A 10/12 mt di distanza trovo un altro ambiente che
chiude anch’esso inesorabilmente. Riemergo all’esterno
e informo il resto del gruppo che purtroppo non sono riuscito
a superare il sifone, ma subito dopo scopro con grande
piacere che il punto da me esplorato era perfetto,
infatti tutto il mio “tribolare” con le bombole e il resto
dei materiali, sono stati seguiti in diretta sia da Marilina
che da Serena che erano all’ascolto all’ingresso della nuova condotta.
Felici, stanchi, lentamente usciamo dalla grotta e quasi
all’ingresso arrivano anche i rinforzi da parte dei ragazzi
del Gruppo di Oliena, accogliendoci al parcheggio,
con dei falò e qualche bicchierata di buon vino Olianese,
li ringraziamo tutti quanti di cuore.

PROSPETTIVE ESPLORATIVE.
Al sifone vista la capacità non molto grossa del mio
bi-bombola da 4 lt, non ho avuto modo di controllarlo
bene tutte le parti alla dx della galleria, ma il fango
depositato ovunque non mi hanno fatto presagire
un grande sviluppo, al contrario la parte sx, l’ho ritenuta
meno fangosa e alla base della diaclasi che ho risalito,
vi era anche del sabbione ben lavato.
Invece alla nuova condotta esterna, con il fragore
dell’acqua e l’aria che vi circolava, li sicuramente
sarà opportuno dedicargli del tempo, ma con mezzi
ADEGUATI E CONVINCENTI, e non credo ci voglia molto
tempo per aprirla. Ora non so chi abbia voglia di dedicarsi
alla disostruzione, mando un messaggio sia al mio
Gruppo di Dorgali, ma anche a quelli di Oliena, o gli altri speleo
che tanto anno lavorato in quella grotta.
Sappiamo da dove dovrebbe arrivare quell’acqua,
ma la posizione strategica della grotta fa incuriosire chiunque,
delle direzioni sotterranee che essa prende.

RINGRAZIAMENTI.
A tutti quelli del mio gruppo, nessuno escluso,
che hanno risposto subito alla mia chiamata,
anche se in un lasso ti tempo cosi breve. Ma un plauso
particolare alle ragazze che si sono trasportate ognuna
il loro pesante zaino senza mai sentire un mezzo lamento.
Spero che le fatiche e l’ora tarda dell’uscita non li abbia provati tanto.
I ragazzi di Oliena per la bella accoglienza manifestata,
sia all’ingresso che all’uscita.
Un caro saluto a tutti

Marcello M.

mercoledì 18 novembre 2009

Nuovo Allievo Stefano





Super Weekend a San Giovanni


Un Grande saluto a tutta LA SQUADRA
del CSAD V. Mazzella
Sia quelli conosciuti in questi 2 fine settimana,
sia quelli che spero, conoscerò nel tempo.

Dopo aver assistito alla riunione di giovedì 12 Novembre
mi è stato proposto di partecipare all’ uscita di domenica
a San Giovanni, all’insegna del KATTREKKING
e della speleologia da : Tonino, CANU, Marilina,
Serena, Prospero, Silvia, Gianluca, Luca.


Sabato pomeriggio Ore 14:30 Tutti Puntuali…?!..
si parte per San Giovanni, in macchina con CANU.

All’arrivo “armano” ( spero sia il termine giusto) la parete
dove dovrò provare a salire sulla parete. Grazie all’aiuto
di Marilina Gianluca e CANU ottimi insegnanti!


Domenica All’insegna della speleologia, si va a visitare
la Grotta “Decima” con Prospero, Marilina, Serena, Silvia,
mentre Luca si diverte a Cucinare aspettando il nostro rientro.


Magnifico!, per la prima volta ho provato a passare
su una strettoia dove si passa strisciando aiutandoti
solo con la forza dei piedi e delle braccia.

La giornata continua con il pranzo a base di carne.
Subito dopo si riprende con le prove in parete.

È Stata un’esperienza indimenticabile!

A presto
Stafano C.

lunedì 16 novembre 2009

Gia & Lu a su Bentu

Weekend tutto d’un fiato per i due vecchietti
più stralunati del CSAD.
Occasione.. ultima uscita di Corso per lo Specus di Cagliari
nella grotta di Su Bentu a Oliena. C’è bisogno di istruttori
capaci per dare una mano ai presenti ed ancora mi chiedo
perché abbiano chiamato me e Luciano.
Va bé, sta di fatto che parte l’invito e rispondiamo entusiasti.
Io decido di fare campo da venerdì sera in quel di Lanaitto
così da esser pronto presto per il sabato mattina quando
dovrò attrezzare una parte delle discese previste per i corsisti.
Si discute per un bel po’ sugli orari, come se pensassero
davvero ci essere in grado di rispettarli, dopo una nottata


passata a far baldoria, riesco comunque a destarmi
in condizioni accettabili e piano piano mi preparo
per l’ingresso in grotta. Io sono pronto,
i miei compagni d’armo… no! E così aspetto..
e aspetto e ancora aspetto, finché, dopo aver per un pelo
evitato una crisi isterica, riusciamo a partire per preparare le discese.


Conosco a memoria i passaggi da attrezzare e infatti
si va avanti veloci, ho il tempo anche di risalire e seguire
i corsisti che lentamente si avvicinano
alla parte più tecnica della giornata.
La brava Direttrice di Corso, Valeria, ci posiziona tutti
a coprire i frazionamenti e si da inizio alle danze.
I ragazzi e le ragazze si susseguono senza particolari
problemi e dopo un paio d’ore o giù di li siamo tutti
alla base dei laghi. Abbiamo bruciato milioni e milioni di calorie
ed è ora di reintegrare e dalle sacche, come conigli dal cilindro,
saltan fuori cioccolati, arachidi, dolcetti e
chi più ne ha più ne metta…
Per riuscire ad accalappiare più cibarie possibili
mi invento una strana posizione sopra una pozza d’acqua,
ma aimè mi son scordato della presenza di Luciano
che al suo arrivo lancia in quella pozza un grosso masso.
Inutile descrivervi in che condizioni mi trovo,
la mia tuta è fradicia, ma siamo uomini duri,
non faccio una piega e continuo a mangiare.


Finito il banchetto gli ordini sono di iniziare la risalita,
dopotutto dobbiamo uscire a mangiare!!!!
Ci si riposiziona per l’assistenza sulle corde e via… partenza.
A intervalli più o meno regolari i corsisti ci superano e
con loro usciamo dalla grotta quando ormai è buio.
La festa è finita? Certo che no!! C’è da festeggiare


il compleanno di Flavia e mentre un maialetto e un pezzo
di pecora si fanno compagnia sul girarrosto,
fiaschi di vino e lattine di birra cominciano a girare
per i tavoli dove i più iniziano a spizzicare le prelibatezze
sbucate come per incanto. La festeggiata riceve gli auguri
e il regalo ed è subito festa! La serata/nottata prosegue così,
tra alcolici di ogni genere, dolciumi, salsicce e braciole, ecc…. ecc…


Come i Re Magi, arrivano anche amici dello Speleo Club Oliena,
con in mano i doni… ovvero: vino-vino-vino.
La mattina seguente il risveglio è lento, lentissimo
e forse anche di più! Dopo una abbondante colazione si creano
alcuni gruppi che decidono di trascorrere la domenica
in maniere differenti. Il mio gruppo farà un bel trekking verso
il villaggio nuragico di Tiscali, un altro gruppo entrerà
alla grotta di Eliches Artas, gli altri due gruppi….
beh non lo ricordo proprio.
La giornata è splendida, affrontiamo il trekking addirittura
a maniche corte. Il sole ci illumina il paesaggio che è meraviglioso!


Rientriamo alla base nel pomeriggio pronti per la cottura
delle salsicce, si fa di nuovo buio e ormai giunge
il consueto momento dei saluti!
Che dire se non che è stato un bellissimo weekend,
complimenti ai corsisti che hanno terminato il Corso,
complimenti a chi lo ha organizzato e grazie a tutti gli amici
che si son divertiti con noi in questo weekend.
Bravo Luciano nella cottura delle melanzane….
A presto
Gianfranco F.

martedì 3 novembre 2009

Ricomincia la caccia alle grotte


Domenica 1 Novembre...

L'uscita di oggi è stata veramente carina..
anche perche' partita un po' in sordina si è rilevata
oltre modo interessante sia per le due grotticine
visitate e sia per il bello e facile trekking di avvicinamento..
ma partiamo dall'inizio: siamo in 6, mastro Graziano,
ziu Tonino,Pierfranco, luca, e io...poi un amico
che ci indicherà il sentiero per una grotticina dove

non ci sono tracce di esplorazioni..

Presto (molto) detto alle otto e mezzo siamo già in marcia
e raggiungiamo il fatidico punto..Il maestro inizia a sondare
la roccia per infiggere al meglio uno spit..e così ci siamo!!

ci si cala dentro verso una decina di metri piu' sotto,
l'ambiente è alto e largo ma è tutto su frana e sopratutto
è fossile e chiude di brutto..in compenso notiamo con sorpresa,
che è stata già visitata da un certo Graziano Sedda ...
(ti dice qualcosa il nome Vincè?)..


Disarmiamo e partiamo alla voltai di Toddeitto,
la cui visuale e il posto insieme ci convincono definitivamente
a fargli una bella visitina magari di un fine settimana


all'insegna del Kattrekking e della speleologia!!

Poco dopo salutiamo la persona che ci ha accompagnato
e ci dirigiamo alla Volta di su "lassinadorzu", bella e facile
grotta anchequesta, il cui nome ci accorgiamo
quasi subito a che cosa è dovuto!! è appunto molto scivolosa
nella parte della calata di una decina di metri,
dove si atterra su una bella sala ricca di belle concrezioni.

Un paio di giretti dentro e poi risaliamo disarmando,
ma è ancora presto e mentre Graziano il maestro
e Pierfranco ritornato in paese io, Tonino e Luca
proseguiamo la nostra giornata consumando un pasto
veloce e facendoci un giro verso Ghivine...Che dire,
giornata stupenda !!


Adiosu
Gianfranco Canu

mercoledì 28 ottobre 2009

La prima volta a Cortes Apertas ed è subito un successo

Premessa: da qualche anno la Camera di Commercio di Nuoro
organizza in collaborazione con alcuni paesi del suo
territorio la manifestazione “Autunno in Barbagia”.
Si tratta di una rassegna che ogni fine settimana,
da metà settembre fino alla vigilia di Natale
vede coinvolti numerosi paesi del circondario
che attraverso esposizioni, dimostrazioni, dibattiti,
convegni mettono in vetrina le diverse ricchezze
(artigianali, gastronomiche, culturali ecc..) dei loro territori.
Mettendo da parte, per una volta, la modestia,
per chi è appassionato di questo genere di manifestazioni
era assolutamente “d'obbligo” la visita a Dorgali che,
in quest'ultimo fine settimana ha ospitato
una tappa del calendario di questo evento.
Vi chiederete, perché era “d'obbligo” questa visita,
ovvia la risposta, c'era la mostra fotografica del C.S.A.D....


un appuntamento assolutamente imperdibile...
scherzi a parte, la nostra partecipazione negli anni
addietro più volte caldeggiata, è stata finalmente
premiata con l'esposizione del materiale fotografico
relativo all'esplorazione della grotta di Ziu Santoru,
di Ispinigoli e Sos Sirios, il tutto collocato nella bella
cornice dell'ingresso di palazzo Cherchi.


Un lavoro di preparazione certosino degli spazi
a nostra disposizione nelle settimane precedenti ci
ha consentito di creare un allestimento simil grotta,
mediante l'utilizzo di caschi, corda, moschettoni,
pipistrelli e con l'immancabile manichino vestito di tuta
e chincaglieria varia.. allestimento che, assieme alla mostra,


ha destato molta curiosità ma ha anche riscosso
notevole successo, con un flusso continuo,
a volte caotico, di gente che si riversava dalla corte
del palazzo dove erano presenti altri stand,
alla nostra mostra e viceversa.
Sono stati due giorni molto intensi, personalmente
penso estremamente positivi, le attività del gruppo,
dalle esplorazioni, alla didattica dei corsi, alle visite
con la scolaresche sono state viste da un pubblico
numerosissimo, di “massa”, anche grazie all'ausilio
di un video proiettore posto nella corte,
ed in questo modo i nostri lavori sono stati “sdoganati”
dal nostro ambiente e messi a disposizione di un pubblico molto vasto.
Pubblico che ci ha premiato con apprezzamenti entusiastici
per le foto (e anche per il vino offerto...),


riportati innanzitutto nel libro firme... è anche vero che,
come già detto, ci son stati dei momenti caotici, ma quando
è stato possibile scambiare due chiacchiere con i visitatori
più interessati, i loro commenti erano un misto di stupore,
meraviglia, ammirazione e di commenti “e voi entrate
in questi buchi, vi calate in questi pozzi... siete pazzi..”
ma si sa una sana speleologia possiede comunque
una componente variabile di pazzia,
spetta a ogni singolo praticamente far si che questa
non pregiudichi la sicurezza personale e altrui..
In conclusione un ringraziamento di cuore a tutti
i componenti del gruppo che si sono dati da fare


per la riuscita di questo evento e, mi perdonerete
se faccio, un ulteriore ringraziamento a titolo,
prima di tutto, personale e poi in qualità di presidente
del gruppo ai miei fratelli, visto la disponibilità
(corrente elettrica in primis) fornitaci in questo contesto.

Alla prossima
Gianluca Serra

martedì 20 ottobre 2009

E’ tempo di “Cortes Apertas” a Dorgali,
manifestazione che ogni anno permette ai vari gruppi,
produttori e artigiani di esporre i propri lavori e far sì che,
la gente del posto, dei paesi limitrofi e i vari turisti
che ancora visitano la nostra zona, possano ammirare
tutto quello che identifica la cultura dorgalese e sarda,
nonché la maestria dei vari artisti che di volta in volta
propongono dei veri e propri gioielli.

Per le vie del paese saranno numerosi i punti in cui
si potrà sostare a vedere e toccare con mano i lavori
che anche quest’anno saranno sicuramente numerosi,
da venerdì 23 a domenica 25 ottobre.


Ci saremo anche noi del CSAD questa volta,
con la proiezione di video e l’esposizione di tante
belle foto riguardanti i recenti lavori di esplorazione

e di sensibilizzazione ambientale che ci hanno
e ci vedono protagonisti. Sarà una buona occasione
per vedere bellissime immagini della grotta di Cala Ziu Santoru,
nonché il suo rilievo aggiornato, oppure le recentissime
esplorazioni all’Inghiottitoio di Nurachi,

che ci vede attivi nella congiunzione tra questa grotta
e il Sistema Carsico di San Giovanni su Anzu.
Non potranno mancare le immagini realizzate durante
le escursioni in grotta in collaborazione con
le Scuole Medie Inferiori di Dorgali, tantissimi bambini
che per la prima volta hanno, insieme a noi,
provato l’emozione di trovarsi al cospetto di stalattiti
e altre meraviglie nascoste nel sottosuolo del nostro paese.



Sarà un’ottima occasione per conoscerci e stare insieme,
per parlare di speleologia, dello stare bene insieme,
del divertimento, di scoperte ed emozioni.

Quindi appuntamento a “Cortes Apertas”
con il CSAD di Dorgali

Vi aspettiamo numerosi

domenica 13 settembre 2009

Inghiottitoio di Nurachi, nuove emozioni

Finita ( o quasi) la stagione del mare e della tintarella,
si ritorna a respirare aria di grotta e ovviamente
non potevamo non ripartire dall’inghiottitoio di Nurachi
che tanto ci sta regalando in quest’ultimo periodo.


Purtroppo però faccio un po’ fatica ad arruolare volontari
per sabato e quindi è ancora la “vecchia” guardia
a rendersi protagonista. Partiamo in due, insieme a me
c’è Luciano per quella che secondo noi sarà una veloce
puntata per rilevare gli ultimi metri scoperti nelle precedenti escursioni.
Non ci perdiamo d’animo e dalla nostra abbiamo la velocità
essendo da soli. In meno di un ora arriviamo al laghetto da cui


inizieremo il rilievo fino al sifone terminale (?).
Anche stavolta c’è molta vita intorno a noi, ci fanno compagnia
un paio di topi e possiamo vedere, a Sala Zarrone,
quattro pipistrelli che cerchiamo di disturbare il meno possibile.
Terminato il ramo del sifone ci spostiamo a rilevare una piccola
diramazione verso destra, sono poco più di 30 metri ma
terminano con un buco soffiante mooooolto interessante,
ma siamo qui per rilevare, niente disostruzioni per oggi.


Infatti, una volta raccolti i dati pensiamo di tornare indietro.
Niente di più falso! Quella fortissima corrente d’aria è troppo invitante
per non fare un piccolo tentativo per forzare il passaggio,
iniziamo così a scavare e scavare, solo mezzora ci diciamo,
ma passa mezzora e siamo ancora li a decidere di
dilatare il termine a un ora.. anzi due.
Ormai siamo presi da quello stretto passaggio che ci attira
e non abbiamo la forza di dirgli di no! Non è facile
lavorare li dentro, abbiamo la muta indosso,
siamo bagnati e ricoperti di fango, la corrente è molto forte
ma testardi come siamo decidiamo di continuare!
La stanchezza comincia a farsi sentire, il freddo nelle ossa anche.


Luciano prova una prima volta a passare,
niente da fare ma dopo pochi ritocchi……
e trasformandosi in un invertebrato forza il passaggio!!!
È dentro! Grande emozione, altro che piccola punta per il rilievo!
Dall’altra parte mi aiuta a lavorare alla strettoia per allargarla
ancora ma comincia davvero a far tardi, le mie spalle
son tropo larghe e allora decidiamo di dividerci per un po’.
Io rimango al lavoro mentre Luciano andrà avanti a dare un’occhiata.
Passano si e no 30 minuti e quando ormai sono esausto ecco
che rientra il mio socio con bellissime notizie!
La grotta continua, e come se continua!!! Ancora condotte
fino ad intercettare il fiume! Acqua che scorre finalmente,
acque che Luciano risale controcorrente per circa 500 metri!!


Riuscendo a non farsi attrarre più del dovuto da questo spettacolo
torna indietro e mi rende partecipe di tutto ciò che ha visto.
Valutiamo i dati in nostro possesso e il sentimento è che
ci siano buone possibilità che sabato sera abbiamo finalmente
effettuato il congiungimento con il Sistema di San Giovanni su Anzu!!
Ma aspettiamo la sovrapposizione per esserne certi.
Siamo stanchi e infreddoliti, bisogna uscire, dopotutto abbiamo
un impegno per la serata e con calma ci avviamo verso l’ingresso
dopo 9 ore belle toste! Brindiamo alla nuova scoperte direttamente
all’ingresso della grotta con due birre che avevo messo al fresco
e nel buio della notte ci incamminiamo per il rientro a casa.
Che dire di questo sabato.. fantastico!!


Una semplice punta per rilevare si è trasformata in una nuova scoperta
e il bello è che non finisce qui!!
Ora speriamo che la stagione autunnale sia clemente e ci consenta
di continuare i lavori per aggiungere altri capitoli
alla storia di questa grotta che si fa sempre più interessante.
A presto
Gianfranco Fancello

martedì 11 agosto 2009

Lo spettacolo di Su Enapru


Prosegue la sindrome domenicale anti-Nurachi,
contagiosa quanto basta ad “evitarla” di domenica,
anche se il sabato pomeriggio l’irriducibile Zorvinu,
ha portato per la prima volta il nostro maestro, al secolo,
Graziano Murgia, all’esplorazione dei nuovi rami,
e di questo ve ne ha già parlato.
L’alternativa del nostro piccolo gruppo composto dal
sottoscritto, (Gianluca) Gianfranco C., Luca, Marilina
e Serena è, a distanza di una settimana dall’uscita di Su Bentu,
di nuovo Lanaitto, con puntata ad Eliches Artas.
La nostra “meticolosa” organizzazione messa a punto a forza
di sms con il Canu, subisce un’improvvisa virata il sabato:
prima Marieddu e poi il mitico Bobore Manca,


dello Speleo Club di Nuoro, ci invitano ad un’escursione
con destinazione Montalbo alla grotta di Su Enapru.
Piccolo flash-back, al raduno di Urzulei mi ero preso
una bella “cotta” per questo piccolo gioiello speleologico,
le immagini e i racconti degli scopritori mi avevano talmente
intrigato e affascinato che avevo chiesto, appena possibile,
di visitarla… detto fatto, l’invito, molto gradito, è arrivato
ed adesso son qui a raccontare e cercare di descrivere
la bellezza di questo piccolo scrigno.


L’incontro con gli amici dello SCN, rappresentati oltre che
da Mario e Bobore, da suo figlio Manuel, da Marco
e Maria Grazia avviene in territorio neutrale, in quel di Lula,
territorio dove ricade anche questa grotta.
C'è da fare un piccolo trekking, circa quaranta minuti da dove
abbiamo lasciato le macchine, raggiungere il nostro
obiettivo non è faticoso, la vegetazione intricata,
il sovrapporsi di numerosi sentieri e mulattiere senza una
guida esperta ci farebbero perdere immediatamente
l'orientamento, ma sotto l'occhio esperto di Marieddu,
raggiungiamo l'ingresso. L'odore del carburo a cui in nostri
amici nuoresi ricorrono, rievocano i tempi ormai passati,
in cui anche noi utilizzavamo la calda luce dell'acetilene
prima di sacrificarla con la comodità dei led.
Velocemente Bobore e Marieddu attrezzano la discesa,


mi calo per primo, la mia macchina fotografica è assettata
di immortalare le meraviglie di questa grotta...
non rimarrà delusa, come d'altronde non lo siamo rimasti neanche noi.
Di questa grotta, tutto risulta decisamente molto interessante,
affascinante, a partire dall'ingresso, dove un raggio
di sole filtra all'interno, vaga imitazione di quello ben
più famoso della voragine di Tiscali e poi la sala interna,


un tripudio di stalattiti, colonne, colate, vele, vaschette,
pisoliti, concrezioni varie, rappresentano un autentico inno
alla bellezza e a ciò che madre natura è in grado di fornirci.
É una continua scoperta, parole e commenti estasiati
accompagnano la nostra visita, sfondi da cartolina..
.comincio a capire le parole di Marieddu, la grotta è piccola,
ci passeremo alcune ore ci ha detto prima di entrare...
esagerato penso io, in realtà aveva pienamente ragione,
la sua bellezza letteralmente ti rapisce, faccio numerosi scatti,


obbligo (e a loro volta mi obbligano) gli altri, a pose più o meno
artistiche in grado di immortalare questi capolavori della natura,
raggiungendo l'apice con la testa di muflone ormai un tutt'uno
con la grotta una “concrezione” eccezionale, unica,
in una parola inimitabile.


Il tempo passa velocemente e piacevolmente, un pranzo
abbastanza sostanzioso a base di sani prodotti della terra,
accompagnato dal vino di Luca e da tante chiacchiere
extra speleologiche concludono la nostra visita a questo
piccolo gioiello. L'uscita dalla grotta ci ricorda immediatamente
che siamo ad agosto, la bella sensazione di fresco provata
all'interno è sostituita da un afa pesante, non bastano
le poche gocce di pioggia a togliere la calura fastidiosa
che ci accompagna nel percorso di rientro verso le macchine;
percorso un po' più lungo quello affrontato da Manuel
che dall'alto della sua giovane (e incosciente) età ha provato
a rientrare da solo, causando ritardi e un po' di apprensione
visto che è stato necessario, causa perdita d'orientamento,
provvedere alla sua ricerca. Fortunatamente tutto
si è risolto bene, Bobore ha riportato il figlio
“nella retta via” ed ha festeggiato lo scampato pericolo
con una bella fetta d'anguria o meglio ciò che restava
de “su pecu d'attica” (per la traduzione vedere post
della settimana precedente) che al rientro alle macchine
è stato oggetto della nostra voglia di freschezza
in un caldo pomeriggio agostano...


In conclusione, bellissima escursione, ottima compagnia
e doverosi e sentiti ringraziamenti per gli amici dello SCN
che ci hanno dato la possibilità di visitare
questo piccolo tesoro speleologico.

A presto, Gianluca Serra.